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Serate d'invernoLe Classiche

Serate d’inverno

Prefazione di Clotilde Barbarulli e Luciana Brandi

Serate d'inverno

Alcuni dei racconti più piacevoli della più acuta, intelligente, ironica scrittrice italiana tra Otto e Novecento. Una raccolta che dà modo di conoscere più a fondo un’autrice da annoverare tra le classiche della nostra letteratura.
La Marchesa Colombi, fin dalla prefazione di questi racconti incrina lo stereotipo della “poesia del focolare“, ironizzando sull’incubo di quelle “lunghe, lunghe” serate di famiglia “intorno al focolare domestico” e propone i suoi “poveri raccontini” per il diletto di quelle persone – soprattutto donne – destinate ad affrontare le eterne serate fatte di “noia profonda” e di “solitudine”. Dalle scansioni fantastiche alla Tarchetti, all’ironia, all’indagine psicologica su personaggi femminili alla ricerca di uno spazio fra le maglie strette delle norme, la scrittrice offre una varietà di racconti che possano aprire le menti delle giovani a vari livelli di lettura ed a diversi interrogativi, portando alla luce la prosaica realtà delle stesse serate familiari che solo l’immensa “lontananza a cui le ha respinte il tempo” può avvolgere in un alone romantico.
Il tramonto d'un idealeLe Classiche

Il tramonto d’un ideale

Prefazione di Clotilde Barbarulli e Luciana Brandi

La più acuta, intelligente, ironica scrittrice italiana tra Otto e Novecento. Un’autrice e un romanzo da annoverare tra i classici della nostra letteratura. 

 La seconda edizione dei Promessi sposi è il libro che accompagna tutta la storia di Rachele, Giovanni e la Matta. Si tratta di un riferimento esplicito fatto non per adesione, ma per dissacrazione: non c’è nel romanzo un disegno divino, una provvidenza; non c’è alcuna consolazione, né per la Matta, né per Rachele. È il caso che interviene a scompigliare i destini dei protagonisti e a favorire l’emergere del narcisismo di Giovanni e quindi le sue diverse e calcolate scelte rispetto all’ìdillio iniziale. L’ironia si esercita nello sconvolgere quel livello letterario che la scrittura stessa tende a costruire, nel tratteggiare un amore tutto idealizzato secondo i canoni, che non può entrare in comunicazione alcuna né con i gemiti della Matta, né con il dolore silenzioso di Rachele. Giovanni ha gli occhi ciecamente puntati sulla propria immagine e la persona amata o non esiste concretamente o esiste troppo, come specchio delle sue fantasticherie.