A cura di Mirella Scriboni
L'investigatrice: un mestiere da donne. La scrittrice di gialli: un altro mestiere da donne. Tra i primi esempi di una tradizione destinata a produrre i capolavori della "metà migliore del delitto" stanno questi cinque racconti gialli di scrittrici di fine Ottocento che hanno tutti per protagoniste delle investigatrici.
I cinque racconti di questa raccolta hanno per protagoniste delle investigatrici: professioniste, come Miss Cusack, Miss Brooke e Lady Molly, dilettanti, come l'ereditiera Violet Strange, oppure investigatrici "una tantum" come la maestrina Sarah Fairbanks. Si mettono al lavoro con alacrità e competenza, usano non solo le risorse "femminili" dell'intuito e della conoscenza del loro stesso sesso, ma anche acume e metodo scientifico e arrivano tutte brillantemente alla soluzione dei loro casi. Tra le autrici, Anna Katharine Green è una giallista famosa che con il suo primo romanzo, Il mistero delle due cugine, ha dato origine al genere poliziesco. Mary Wilkins Freeman è invece una delle migliori scrittrici di racconti dell'Ottocento americano: Il lungo braccio, presente in questa raccolta, è basato su un fatto di cronaca accaduto nel 1892. Emmuska Orczy ovvero la Baronessa Orczy, come amava farsi chiamare, è conosciuta soprattutto per i suoi romanzi su La primula rossa, ma ha scritto anche due raccolte di racconti gialli: Il vecchio nell'angolo, che ha per protagonista il primo "armchair detective", e Lady Molly of Scotland Yard, non ancora tradotta in italiano.
Mai tradotte sono Catherine Louisa Pirkis e Lillie Thomasina Meade, la prima, autrice della raccolta The Experiences of Loveday Brooke, Lady Detective da cui è tratto il racconto Il delitto di Troyte's Hill, la seconda, autrice di molti racconti e romanzi per ragazze, ma anche di racconti polizieschi che hanno spesso per protagoniste donne: criminali o investigatrici, Miss Cusack è una di queste ultime.
Traduzione di Lucia Loni
Prefazione e cura di Ornella De Zordo
Un classico della letteratura inglese del Settecento, per la prima volta tradotto in italiano. Parodia del romanzo eroico, come il Don Chisciotte a cui fa esplicito riferimento, ha a sua volta ispirato innumerevoli commedie e romanzi.
La storia di Arabella, giovane donna che dai romanzi delle Preziose e dei loro seguaci e imitatori trae i suoi codici di comportamento, non è, come vorrebbe o potrebbe sembrare, semplicemente una parodia di questo genere letterario. Al di là degli effetti comici che provocano i fraintendimenti della realtà da parte della protagonista, ci si trova, non tanto a ridere di Arabella, quanto a guardare gli altri personaggi che ridono di lei e a scoprire tutti i limiti e le ipocrisie del loro buon senso. Personaggio che non segue, perché non le conosce, le regole della società, Arabella affascina la sua stessa creatrice che la fa agire in maniera libera e autonoma, sincera e onesta, lasciando trasparire l'attrazione che esercita su di lei. La stessa involontaria attrazione emerge tra le righe del romanzo anche verso la materia da cui l'autrice dichiara di dissociarsi e, da critica al romance, il testo si trasforma anch'esso in una nuova variante del romance.
Traduzione di Tina D'Agostini e Monica Fiorini
Prefazione di Luciana Tufani
Tenere eroine e nevrotici eroi in un intrecciarsi di vicende complesse e appassionanti. La prima traduzione integrale di un classico della letteratura francese di sorprendente modernità.
Romanzo ad incastro, in cui, come in scatole cinesi, dentro a un racconto che fa da cornice se ne inseriscono man mano altri, Zaïde anticipa temi e comportamenti ancora attuali. Finora ne erano state tradotte e pubblicate solo alcune parti. Va letto invece nella sua interezza, in questo intrecciarsi di storie che si completano l'una con l'altra, per contrasto o per affinità; storie interrotte e poi riprese in cui i punti di vista cambiano, con l'effetto di illuminare nuovi aspetti delle vicende o diversi lati della personalità dei protagonisti. Movimentato e appassionante, Zaïde sembra aver inventato le tecniche del romanzo d'appendice e della soap-opera; i suoi personaggi, dalla psicologia spesso contorta fino al limite della patologia, sembrano invece aver ispirato i più tormentati e nevrotici eroi del romanzo moderno.
Prefazione di Clotilde Barbarulli e Luciana Brandi
La più acuta, intelligente, ironica scrittrice italiana tra Otto e Novecento. Un'autrice e un romanzo da annoverare tra i classici della nostra letteratura.
La seconda edizione dei Promessi sposi è il libro che accompagna tutta la storia di Rachele, Giovanni e la Matta. Si tratta di un riferimento esplicito fatto non per adesione, ma per dissacrazione: non c'è nel romanzo un disegno divino, una provvidenza; non c'è alcuna consolazione, né per la Matta, né per Rachele. È il caso che interviene a scompigliare i destini dei protagonisti e a favorire l'emergere del narcisismo di Giovanni e quindi le sue diverse e calcolate scelte rispetto all'ìdillio iniziale. L'ironia si esercita nello sconvolgere quel livello letterario che la scrittura stessa tende a costruire, nel tratteggiare un amore tutto idealizzato secondo i canoni, che non può entrare in comunicazione alcuna né con i gemiti della Matta, né con il dolore silenzioso di Rachele. Giovanni ha gli occhi ciecamente puntati sulla propria immagine e la persona amata o non esiste concretamente o esiste troppo, come specchio delle sue fantasticherie.
Traduzione di Elisabetta Malagoli e Pierangela Suzzi
Prefazione e cura di Liana Borghi
Kate Chopin non è solo l'autrice di Il risveglio, uno dei romanzi più letti, amati e discussi negli anni settanta. Difetto d'amore è l'altro romanzo di Kate Chopin, ambientato, come i suoi bellissimi racconti, nei villaggi cajun della Louisiana di fine Ottocento, dopo una guerra di Secessione che ha lasciato quasi inalterati i rapporti tra discendenti di popoli e razze diverse.
Difetto d'amore è "l'altro" romanzo di Kate Chopin, o romanzo "altro" perché così diverso da ll risveglio che, nonostante le critiche dei contemporanei, dopo la sua riscoperta alla fine degli anni sessanta è stato amato da un'intera generazione di lettrici e lettori, e continua ad essere considerato un classico della letteratura americana.
Se Il risveglio apre alla sperimentazione modernista, anticipando uno stuolo di scrittrici che nel nostro secolo metteranno in crisi i modelli culturali, Difetto d'amore chiude il lungo percorso del romanzo realista dibattendosi nelle contraddizioni dei suoi percorsi sociali: nord e sud, industrialismo ed economia agraria, progresso e nostalgia, razza, classe e genere.
In Difetto d'amore (At Fault) il divorzio è il difetto che impedisce all'amore tra i due protagonisti di realizzarsi; ma At Fault significa "in errore" ed è una forma di arroganza morale che fa commettere a Thérèse l'errore di voler decidere della vita degli altri, oltre che della sua, senza tenere conto della realtà e provocando l'infelicità di tutti.
Un difetto, una mancanza di amore accomuna anche gli altri personaggi e sarà solo alla fine del romanzo che Thérèse si assumerà la responsabilità di amare; proprio il riconoscimento di questa responsabilità - conferma della necessità di riparare all'indugio di coraggio, di temperare l'avventatezza del giudizio, di assumersi la passione - che trasforma il difetto in un pieno di amore.
Traduzione e prefazione di Eleonora Chiavetta
Nel grande poema rivoluzionario di Shelley, La regina Mab, la saggia fata Mab rivela all'eroina dormiente i segreti del passato, del presente e del futuro. Perché la forte e libera Mab è, secondo il mito, anche l'ispiratrice dei sogni. Le eroine di Le figlie di Mab - Mary e Claire, Fanny e Harriet - figlie vere o ideali di Mary Wollstonecraft devono confrontarsi con i suoi sogni rivoluzionari, e con quelli di William Godwin, Shelley e Byron, e ad essi sopravvivono o non riescono a sopravvivere.
Il romanzo è la ricostruzione, attraverso brani di diari e lettere di quattro donne, di un anno, denso di avvenimenti, della loro vita e di quella movimentata e drammatica del gruppo di intellettuali di cui Shelley e Byron erano il centro. Le quattro protagoniste sono la scrittrice Mary Shelley (1797-1851), figlia della femminista Mary Wollstonecraft e del filosofo William Godwin e moglie di Percy Bysshe Shelley, sua sorella Fanny (1794-1816), la sua sorellastra Claire Clairmont (1798-1879) e la prima moglie di Shelley, Harriet (morta nel 1816). Ciascuna rivive sulla pagina con la sua propria voce, come se realmente fosse lei a parlarci, a comunicarci speranze, illusioni, disperazione o allegria. Ognuna diversa e diversamente figlia di una generazione che ha sperato in una rivoluzione mancata. Vicine a noi anche se diverse da noi e tra loro, affrontano in maniera diversa questa pesante eredità, chi soccombendo e chi invece riuscendo in qualche modo a non farsene schiacciare.
Traduzione, cura e prefazione di Franca Gollini
Traduzione Flavia Milanese
Prefazione e cura Mirella Scriboni
Traduzione di Flavia Milanese
Prefazione e cura di Mirella Scriboni
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