Traduzione e postfazione di Monica Pavani
"Comunico con la foresta, divento la foresta. Le mie braccia sono i rami, la mia pelle la corteccia".
L'accostamento tra due termini apparentemente antitetici - damigella e selvaggia - si presta a rappresentare l'estrema sintesi della poetica di Corinna Bille: la selvatichezza unita a una raffinata sensibilità quasi antica, sempre e comunque acuita dalla nostalgia per un tempo indefinito, anteriore o fuori da ogni cronologia.
Tali sono i tratti distintivi di molte sue "eroine", ma anche le caratteristiche essenziali della sua scrittura, che con grande finezza espressiva riesce a varcare il limite della descrizione pura, per cogliere l'ombra inquieta, la pulsazione misteriosa di ciò che va esplorando.
Traduzione e postfazione di Monica Pavani
I personaggi femminili che compaiono in questa raccolta sono "eterne Giuliette" perché indipendentemente dall'età acconsentono senza difese alla prima o ennesima irruzione di Eros, sempre e comunque stupefacente; e l'estasi, la completezza è in quell'abbandono, eterno non perché destinato a durare ma perché per un istante scaglia fuori dal tempo.
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